Mi disse Tutti i nodi vengono al pettine, e la sua voce
era stanca. La vibrazione stava quasi alle ginocchia e la sentivo ronzare
attraverso le api e i calabroni. Feci sì con la testa e tornammo a frugare con
gli occhi nel verde.
Dici che ci scopriranno? questa, la mia voce. Spezzava in
verticale le linee orizzontali dei vento e dei fruscii. Era una voce appena
svegliata, una voce spinta dalla pancia. Allora lui fece un gesto con la mano,
un gesto che voleva dire Fermati, e anche Finito, e anche Liscio. Poi indicò
una cosa in mezzo al verde.
Mi ritrovai per terra, un sasso mi feriva la schiena e il
suo corpo mi copriva. Non preoccuparti, mi disse, e stavolta lo disse piano, e
la sua voce era come quella di chi è già partito. Lo sentivo respirare, la sua
pancia si gonfiava e premeva la mia, avevo male la schiena.
E poi sentimmo l’odore. Si infilò tra l’erba di soppiatto e mi chiamò soffiando nel mio naso.
Dissi Brucia. O forse lo pensai.
E ci guardammo, i suoi occhi di chi ha già visto e non sa più stupirsi.
Disse Brucia.
E forse c’era sollievo, nell’aria che gli usciva dalla bocca.
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